La tua vita è la tua mi dissi dopo l’adolescenza e, nonostante molti possano pensare che il mio percorso sia stato in parte guidato su binari tracciati da mio padre, ho iniziato a costruirmela, la vita. Sono fortunato, certamente, a compiere un percorso quasi abbracciato a mìo padre ma un percorso certamente mio. Fatto di scelte anche molto ardue e che, spesso, mi hanno portato in netto contrasto rispetto appunto alle origini.
I figli sono fatti per andare e non per farli rimanere. A Napoli si dovrebbe dire a diciott’anni a un figlio “a zizzinella e’ fernuta” ed invece le mamme ed i padri del sud tendono a restringere quanto più le possibili vie d’uscita dei figli, con la loro primaria complicità. Io sono la dimostrazione di quanto puoi scegliere di fare che vuoi nella vita e di cosa significa dire è la vita mia, stai al posto tuo non per mancanza di amore verso i genitori ma per amore proprio.
Riccardo Illy nei giorni scorsi accusava giustamente la mia generazione troppo accomodata e troppo protetta dai genitori. Genitori convinti di voler mandare i figli all’Università anche senza il consenso dei figli stessi.
“Altrimenti cosa fa?” rispondono spesso questi acuti adulti.
Ad una mamma cinque anni fa proposi io personalmente di far lavorare il figlio come cameriere in un Albergo 5 Stelle di una importante località pugliese, con un lauto compenso e possibilità di crescita, e lei mi rispose: “Fabio stai scherzando? Mio figlio è mio figlio, lasciaci andare i figli degli altri o degli immigrati”. Morale della favola oggi il figlio ha 27 anni, ha fatto 5 esami all’Università e non ha un lavoro. Complimentoni alla mamma dico oggi.
L’Italia è piena di queste storie. L’Italia è piena di genitori di promettenti Balotelli, Costantino Vitaliano e così via. Probabilmente, però, c’è una Italia che ne ha piene le palle di questo approccio che ha portato il Paese alla rovina. Siamo il Paese del garantismo assoluto assicurato dal Welfare domestico. I nonni che danno la paghetta ai nipoti e poi magari loro non riescono a fare la spesa. I genitori che rinunciano a vivere loro, o magari a curarsi, per omaggiare di lussi e vizi i figli.
Figli irriconoscenti ma soprattutto figli di una società eccessivamente ignorante fatta di gomma piuttosto che di sostanza. Nessuno è più capace di assumersi le proprie responsabilità rinviando sempre i conti con il proprio destino.
È sempre colpa degli altri o nostra sfortuna mai nostro demerito. Assurdo. Questo perché i genitori hanno dimenticato, poi, che i figli si accarezzano soltanto quando dormono.
La crisi maggiore che questo Paese sta attraversando non è quella economica ma quella valoriale della società ed io ringrazio questa paventata crisi economica perché sta facendo emergere davvero chi vale, tagliando fuori dal mercato del lavoro i veri fannulloni. È proprio il caso di dirlo cara bella, magnifica e romantica Italia “a zizzinella e’ fernuta” quindi rimboccati le maniche e traccia una nuova scia per questa società.
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