A voto, a voto!

Il 4 marzo è ormai prossimo, questa volta il percorso elettorale sembra essersi concluso più rapidamente, nonostante la piena occupazione di tv, radio, giornali e web da parte della politica, e ancor più dei politici.

Da qualche tempo per ragioni professionali e personali, ma soprattutto etiche, ho abbandonato la politica attiva, dilettandomi nel ruolo di osservatore super partes, nonostante le mie storiche origini nella destra giovanile di questo Paese.

Assistere al grande spettacolo della politica italiana da fuori è imbarazzante per chi, come me, ha investito la propria esistenza nella formazione, nel lavoro e nei valori. Se ne vedono di tutti i colori tra improvvisazione, realtà al limite della decenza umana e sociale e soprattutto indole all’opportunismo assoluto. Sono lontani i tempi in cui la politica era intesa come bene comune, oggi è mero interesse individuale schermato dalla finestra pubblica. I miei amici romani lo direbbero in un altro modo, molto più schietto e diretto, ma la sintesi è che ciascuno, nelle Istituzioni, persegue interessi personali e di una cerchia ristretta: siamo nel pieno di una oligarchia.

Non voglio dilungarmi, nell’esporre quanto è sotto gli occhi di tutti da qualche decennio forse. Preferisco evidenziare quello che da giorni sta balenando nella mia testa e che, sono convinto, finirà ad indirizzare il voto della maggior parte degli italiani: coalizioni e promesse.

Innanzitutto ritengo che la partita finale sia tra tre entità fondamentali: il centro-destra, il Movimento Cinque Stelle e il centro-sinistra.

Le altre formazioni, a cui va la mia simpatia, potranno semplicemente essere una stampella alla futura maggioranza che verrà.

I tre principali schieramenti, però, sono in una competizione che, a suon di promesse, rischia di non condurre ad una possibile maggioranza il 5 marzo. Per mille motivi, a maggior ragione per questa inquietante è vergognosa Legge Elettorale, ancor peggiore del Porcellum. Ci regalerà molto probabilmente un Paese molto instabile, privo di una vera e propria maggioranza.

Rifletto sulle promesse che gli schieramenti ci stanno facendo: meno tasse da un lato, più bonus dall’altro e poi chi, invece, promette la distruzione dell’intero sistema avuto fino ad ora. La riflessione immediata, pur non essendo un militante e un simpatizzante del Movimento Cinque Stelle, è che sia centro-destra che centro-sinistra in questi decenni ci hanno promesso di tutto e di più, anche a livello personale, e non sono stati in grado di mantenerne nemmeno una. Diversamente i pentastellati promettono quanto di più possibile possa realizzarsi, in maniera estremamente preoccupante, ovvero la distruzione di tutto quanto fatto fino ad oggi da una cattiva politica: una sterilizzazione delle Istituzioni e una potenziale rinascita del Paese. Su questa base, ne sono convinto, gran parte dei cittadini italiani finirà a convogliare il proprio voto su una scelta volta a evidenziare il malessere verso chi fino ad oggi ha avuto le mani in pasta, ignorando che tutto questo potrebbe portare anche a forti disequilibri del Sistema Paese.

In definitiva, tra le promesse e le realtà già vissute, l’importante è che il 5 marzo si abbia una maggioranza di Governo non fatta di accordi sottobanco ma che possa emergere nitida e ben definita dal voto degli italiani.

A voto, a voto!

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