Che a vincere siano i lucani e la Basilicata.
La politica ci ha consegnato un risultato indissolubile ancor prima del voto in Basilicata: non è questa la terra ove possono emergere, nel contesto attutale, grandi idee e voglia di lavorare. Sembra una cattiveria eppure si è registrata la più brutta campagna elettorale di sempre, e lo dico da potentino ormai residente in Campania. Insulti, lotta della piazza più vuota quando il vuoto maggiore si è registrato nei contenuti.
Al centrosinistra va la lezione che merita, soprattutto per l’amorale gestione del potere di questo ventennio e, ancor di più, per non aver garantito un futuro alle generazioni che verranno.
Il Movimento Cinque Stelle paga invece l’improvvisazione più assoluta in ambito territoriale e visioni miopi a livello nazionale, nonostante un risultato che rimane altissimo vista e considerata la presenza di un’unica lista e l’incapacità, a livello locale, di intercettare il voto non politico ma personale.
Ha vinto il centrodestra senza se ma con qualche ma di troppo che i responsabili della coalizione dovranno dirimere di immediato. Una vittoria oltre misura, contrapposta al fallimento della democrazia in virtù della scarsa partecipazione. Ora toccherà al Governatore lavorare per la continuità e per la crescita quotidiana del governo regionale. Non emulando, come ho ho detto, i fallimenti avuti a Matera e Potenza alle ultime amministrative.
Perde la striscia rosa, con appena una presenza femminile. Vince il rinnovamento, con il 60% di nuovi eletti. Abbandonano quei Consiglieri che qualcosa di buono lo avevano fatto, come Gianni Rosa. Il trasformismo, in linea di massima, non paga.
Con imbarazzo leggo le parole di distanza, stamani, del Governatore dalla nostra Regione. Sembra quasi che la governerà con un ufficio a Roma e dei delegati in terra lucana, che lui non conosce. Forse la Basilicata avrebbe avuto bisogno di altro, ma sarà il tempo a dimostrarlo, oggi però bisogna puntare ad un netto rilancio nazionale della nostra Regione con una nuova gestione delle risorse, un lavoro volto a rinforzare l’autonomia e, ancora più nettamente, uno sviluppo vero dell’economia lucana.
Basta assistenzialismo, si dia spazio all’agire dei singoli e della capacità imprenditoriale, da sempre peculiarità dei lucani. C’è bisogno di impresa e di ritornare attrattivi, con i nostri territori e le nostre specialità, per investitori di fuori regione e stranieri.
Non più terra di nessuno, ma terra di tutti noi.
E che Basilicata, o Lucania, sia Governatore Bardi.pubblicato su Le Cronache Lucane del 6 aprile 2019
Rispondi